Bugatti: storia dell’auto sportiva e modelli iconici

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Bugatti: storia dell’auto sportiva e modelli iconici, nel post dedicato ai motori di Lusso Mag

Quando si parla di auto sportive, non si può non citare Bugatti come marchio storico delle automobili da corsa e di lusso. Il marchio francese nasce però dal genio di un italiano, Ettore Bugatti, il quale si trasferisce in Francia per dar vita al suo sogno. Questi inizia così prima a Milano, a soli 19 anni, con la costruzione di una nuova automobile di lusso, la Bugatti-Gulinelli Tipo 2, che vince il Gran Premio di Milano del 1901.

La carriera di Bugatti prosegue spedita, con la produzione di vetture sportive dotate di soluzioni tecniche all’avanguardia. 

Vediamo in questo nuovo approfondimento a cura del nostro potale e dedicato alla categoria Motori, la storia di Bugatti e alcuni dei modelli più iconici dello storico marchio di automobili. Bentornati sul nostro portale!

Il primo modello: la Tipo 13

Ettore Bugatti inizia la sua carriera con la produzione di tricicli a motore nel lontano 1899 presso l’azienda Prinetti & Stucchi di Milano. Da qui produce un motore della potenza di 4 CV, che montato nelle competizioni sportive a cui partecipa gli consentono di vincere alcune gare. Da qui l’idea di fondare una sua casa automobilistica.

Intanto la sua Bugatti-Gulinelli Tipo 2 vince così il Gran Premio di Milano del 1901.

Nel 1909, come detto, Ettore Bugatti fonda l’Automobiles Ettore Bugatti, la cui produzione automobilistica è caratterizzata da vetture sportive di lusso, eleganti e potenti, oltre che leggere e veloci. Automobili perfette in ogni componente. Come sede operativa viene scelta un’ex-tintoria industriale. 

La fabbrica produce il primo modello a marchio Bugatti, la Tipo 13 (in realtà vengono prodotti molti modelli precedenti ma questo è il primo modello ufficiale a marchio Bugatti), con carrozzeria torpedo, presentata al Salone di Parigi, dove ottiene grande interesse.

Diviene così la base per la produzione di tutti i modelli ante-guerra, tranne la Bébé (Tipo 19), quest’ultima realizzata invece in collaborazione con la Peugeot, che la mette in vendita con il nome di Lion Peugeot BP1.

La guerra blocca però le numerose innovazioni tecniche che Bugatti aveva in progetto, ma il decennio seguente impone lo stereotipo della Bugatti di lusso.

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Bugatti type 13

I motori da Gran Premio

Dopo la Prima Guerra Mondiale, la fabbrica Bugatti è ormai distrutta ed Ettore, senza fondi economici per ripartire, è costretto a vendere alcuni brevetti ad altri costruttori. Da qui riparte però la stessa passione che aveva fino a quel momento. Ed è così che nasce il mito Bugatti. Infatti, le Tipo 13 con bialbero e motore a quattro tempi si rivelano imbattibili nella loro categoria durante i primi anni ’20. Ettore Bugatti riesce ad imporsi anche in gare con altre auto più prestigiose.

Sfruttando le conoscenze della produzione di motori aeronautici, nel 1921 viene così progettato e realizzato il primo motore Bugatti a 8 cilindri, dotato di testata a 3 valvole per cilindro. Questo motore, diviene famoso in campo sportivo per equipaggiare la Tipo 35, una delle vetture da Gran Premio più iconiche di sempre. 

In pochi anni l’azienda cresce in modo spedito, e così i dipendenti divengono prima 1.000, poi addirittura 1.500.

L’azienda si aggiudica numerosi Gran Premi, e vince così il Campionato del Mondo dei Grand Prix nel 1926.

La Bugatti Tipo 41: la più maestosa

Sempre nel 1926 arriva sul mercato una delle più imponenti e maestose vetture di tutti i tempi, ossia la Tipo 41, detta la Royale, in quanto destinata solo ai nobili dell’epoca. Il suo motore eroga una potenza massima di ben 200 CV. E’ lunga sei metri, larga due e alta altrettanto, caratterizzata da un elefantino danzante posto sulla sommità del radiatore. Di questa macchina vengono realizzati solo sei esemplari in quanto troppo all’avanguardia e troppo costosa per le tasche di chiunque.

Dopo la Royale vi è la produzione della Petite Royale e altri modelli molto apprezzati dai più ricchi, che ne acquistano uno dei pochi modelli prodotti. In seguito, sul mercato viene proposta una delle più eleganti vetture del decennio, ossia la Tipo 57, prodotta in 685 esemplari

Addirittura i motori Bugatti sono così potenti da essere montati sui modelli di autotreni ferroviari, una sorta di treni ad alta velocità di quel periodo. Pensate che il suo motore riesce a a toccare i 172 km/h, che negli anni ’30 è un qualcosa di fenomenale.

Il 1937 e 1939 vedono la vittoria della Bugatti alla 24 Ore di Le Mans. Ma poi arriva la Seconda Guerra Mondiale a rovinare i piani di Bugatti. E’ costretto infatti a cedere l’uso della fabbrica al Terzo Reich.

Finita la guerra, Ettore purtroppo si ammala di polmonite e muore, lasciando l’azienda ai figli, ma l’era Bugatti si è ormai conclusa. O almeno così sembra.

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Fallimenti e rinascite

Gli anni a seguire sono un declino lento e doloroso, fino alla sospensione totale della produzione automobilistica del 1963. Nel 1987 però Romano Artioli acquista i diritti per la produzione di automobili con il marchio Bugatti e dà vita alla Bugatti Automobili S.p.A. con sede a Campogalliano, vicino Modena. La EB 110, sancisce la rinascita della Bugatti, che viene presentata il 15 settembre 1991, vale a dire esattamente 110 anni dopo la nascita di Ettore Bugatti, da cui la sigla numerica e le iniziali EB dello storico fondatore del marchio. Dotata di contenuti inediti, trazione integrale, motore turbo, telaio in fibra di carbonio, la vettura diviene da subito un punto di riferimento nel suo segmento, anche per il lusso, visto che arriva a costare di base oltre 600 milioni di Lire e oltre un miliardo nella sua versione più accessoriata del 1993. Per capirci: la EB 110 SS è in grado di raggiungere i 350 km/h!

Tutto sembra procedere a gonfie vele, ma nel 1995 la Bugatti Automobili viene dichiarata fallita. Un duro colpo per tutto il movimento automotive italiano. E da qui in poi Bugatti termina di essere un’azienda italiana a tutti gli effetti.

I tedeschi Dauer Sportwagen si aggiudicano l’asta fallimentare, il magazzino ricambi e cinque telai completi, così da riprendere la produzione e la vendita di cinque vetture con il nome di DAUER EB 110, poi il marchio Bugatti viene acquistato dal gruppo Volkswagen nel 1998: nasce la nuova società, ossia Bugatti Automobiles SAS, filiale di Volkswagen France

Il gruppo Volkswagen rilancia finalmente l’immagine del brand a tutti gli effetti con la EB 16.4 Veyron presentata, nel 2007, in edizione limitata (5 esemplari) denominata “Pur Sang”, caratterizzata da un prezzo esorbitante: attorno al milione e mezzo di euro.

Nel 2009, nasce la versione targa della Veyron 16.4, la Grand Sport, messa in vendita al prezzo di 1,4 milioni di euro. Nel 2015, è la volta della Veyron Vitesse, detta “La Finale” e, nel 2016, il modello Bugatti Chiron.

Nel luglio 2021 nasce la Bugatti Rimac: tra Porsche, marchio del gruppo Volkswagen, e Rimac Automobili, azienda croata specializzata in vetture elettriche ad alte prestazioni. La nuova società mista, con sede a Zagabria, vede Rimac azionista di maggioranza (55%), assumere di fatto il controllo del marchio Bugatti, mentre Porsche conserva solo una minoranza di quota finanziaria (45%).

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